UN MONUMENTO AL DIO SERPENTE PIUMATO QUETZALCOATL
TRA LE MONTAGNE DEL MESSICO CENTRALE POTREBBE ESSERCI IL MONUMENTO PIù GRANDE MAI ESISTITO
Un libro trovato in Perù racconta di un’umanità antica, distrutta da un cataclisma che scolpì le rocce in particolari luoghi del mondo rappresentando simboli, figure di animali, personaggi e divinità ancestrali.
Ho cominciato a viaggiare alla ricerca delle sculture megalitiche che quasi un secolo fa l’autore Daniel Ruzo ha catalogato e fotografato in una serie di ricerche durate tutta una vita.
Visitando quei luoghi ho visto con i miei occhi che tutto quello che era descritto nei libri era lì.
Esplorando le montagne in cerca di figure mi sono imbattuto in quello che potrebbe essere il monumento più grande del mondo.
23 Agosto 2017
Valle di Tepoztlàn
In Perù Gonzalo mi dette un libro di suo nonno.
Era il ricercatore Peruviano Daniel Ruzo.
Parlava di enormi sculture modellate da un’antica umanità in varie zone del mondo.
Quel libro in particolare parlava di una valle in Messico dove si trovavano i resti di una civiltà distrutta da un grande cataclisma.
Decisi di partire per il Messico per fotografare di nuovo, dopo 70 anni dalle sue ricerche, quei monumenti che osservavo nelle foto dei suoi libri.
Appena arrivai a Tepoztlán vidi le maestose montagne ricoperte di vegetazione e i primi giorni non riuscivo ancora a distinguere le figure che Ruzo descriveva.
Mi sembravano solo bellissime formazioni rocciose.
Ma con lo scorrere del tempo, i lineamenti si svelavano, soprattutto in particolari periodi del giorno, quando una determinata luce batteva su di esse.
Quando il sole si trova in una precisa posizione la scultura emerge e appare in tutta la sua forma.
UN ENORME VOLTO NELLA ROCCIA
Avevo ispezionato la zona delle montagne intorno a Tepoztlàn camminando per sentieri e fotografando ogni singola roccia che suscitasse curiosità. Un giorno stavo visitando un piccolo paesino di nome Amatlàn de Quetzalcoatl dove la leggenda racconta che vi nacque un personaggio ricordato come il più grande sacerdote guerriero mai insignito della carica di Quetzalcoatl Serpente Piumato.
La località è a pochi chilometri dall’area dove Ruzo eseguì i suoi studi.
Si raggiunge con un piccolo autobus che ferma nella piazzetta centrale dove si erge un totem tutto colorato che raffigura il Dio serpente piumato Quetzalcoatl.
La montagna è scoscesa, a ridosso delle case, e sembra di essere circondati da altissime mura di pietra.
Non riuscivo a credere ai miei occhi.
Sulla cima di un ripido pendio, approssimativamente a 300 metri di altezza, un’apertura squadrata di circa 20 metri bucava la montagna da Nord a Sud.
La chiamano la Ventana (finestra).
Pochi metri più a est, sul profilo che dà a strapiombo sul precipizio, la roccia ha la forma di un enorme volto.
Potevo distinguere la linea del mento e le labbra carnose che delineano la bocca. Del naso non era rimasto un granché, forse crollato per qualche terremoto.
In qualche modo ricordava i lineamenti di un gorilla.
Successivamente sono venuto a sapere che la roccia è soprannominata “el Chango” (che vuol dire appunto Gorilla) da alcune persone del luogo.
Nella parte superiore notai delle strane linee di frattura che in un primo momento e dalla prospettiva che avevo non riuscivo a distinguere bene.
Una volta tornato a casa, quando riguardai a ingrandimento le foto fatte alla roccia della Ventana, notai delle strutture con angoli a 90 gradi che mi fecero sempre più pensare che in qualche modo potesse essere stata scolpita.
Il volto del Chango era ben chiaro e visibile, ma sopra la sua testa c’erano una serie di forme geometriche regolari che anche se non mi rendevo conto di cosa fossero mi convinsero a tornare in Messico.
Sei mesi dopo ero su un aereo per Città del Messico e questa volta avevo un drone con me.
A dicembre, nella stagione secca, la sagoma del Chango era spoglia dalla vegetazione ed era ancora più evidente.
Una volta arrivato ai piedi della montagna di Amatlán, feci partire il mio drone in direzione della Ventana.
Le riprese mostravano il volto del gorilla che ormai conoscevo molto bene ma da quella prospettiva riuscivo a vedere il profilo di un’altra figura che si trova al di sopra della testa del Chango.
Mi sembrava il muso allungato di un animale con uno strano corno sopra la testa.
L’occhio del profilo sud era una specie di lettera G scavata nella roccia.
Un paio di metri più in basso una lunga linea di fratture triangolari, come una fila di denti aguzzi, circondava tutta la struttura per 180 gradi.
C’ era un’altra bestia sulla testa del gorilla ?
Mi ricordava il muso di un camaleonte o di una lucertola ma non capivo bene che cosa potesse essere.
"Una volta rientrato in Italia, pensando a quella figura mi ricordo che il Dio mesoamericana Quetzalcoatl è raffigurato come un uomo che indossa un copricapo a forma di serpente sopra la sua testa.
Cerco la foto su google.
La somiglianza è sorprendente."
L’animale sopra la testa del Chango non è un camaleonte, ma un serpente minaccioso che mostra i denti.
Il volto eroso e parzialmente crollato non è quello di un gorilla, ma del personaggio simbolo di tutta la cultura mesoamericana.
Raffigurato con labbra carnose e naso schiacciato ha una vaga somiglianza alle teste Olmeche ritrovate nei pressi di La Venta.
Proprio come nelle antiche raffigurazioni della divinità, l’insieme delle due figure, una sopra l’altra, creano un monumento al dio serpente piumato Quetzalcoatl.
Chi è Quetzalcoatl
Il culto di Quetzalcoatl si ritrova in tutta la cultura antica mesoamericana. E’ tra le divinità più antiche e importanti, la sua origine si perde nella memoria dei tempi.
Il suo nome è composto dalla parola Quetzal, un uccello della foresta pluviale dal meraviglioso piumaggio e Coatl che significa serpente.
Fu il Dio civilizzatore, che plasmò la quinta umanità (la nostra) dalle ossa della quarta e divulgó la sapienza arcaica delle civiltà precedenti.
Il suo simbolismo non è legato ad un serpente qualsiasi ma sempre e solo al serpente a sonagli.
Fu adottato come simbolo dello scorrere del tempo per gli anelli che forma sulla sua coda: nella credenza popolare si pensava che sviluppasse un anello per ogni anno passato.
Viene associato al culto solare per i motivi romboidali e cruciformi presenti sul corpo che per gli indigeni erano la rappresentazione dei raggi del sole.
La montagna segue un andamento est ovest e la parete sud è quella più esposta e visibile dal paese mentre la parete nord è nascosta e di difficile accesso.
Le immagini scattate dal drone mostrano che sulla parete nord il muso del serpente è ugualmente visibile.
Nonostante i tagli strutturali siano differenti da quelli della parete meridionale anche su questo lato appare la figura di un serpente.
Nell’agosto del 2018 mi trovavo per la terza volta nella valle di Tepoztlán per esaminare più dettagliatamente la roccia di Amatlàn de Quetzalcoatl.
In quell’occasione avevo organizzato una serie di escursioni per perlustrare tutta la zona.
In una di queste, facendo volare il drone nei pressi della Ventana raggiunsi la massima altitudine consentita riprendendo tutta la montagna dall’alto.
Mi accorsi che l’intero profilo montagnoso era una lunga cresta tortuosa da est a ovest che ricorda la forma di un gigantesco serpente.
La testa del serpente guarda ad est e la coda è rivolta perfettamente ad ovest.
Esattamente come dovrebbe essere per un monumento legato al culto solare come quello del serpente piumato.
Sull’estremità ovest della montagna, in corrispondenza della coda, 3 colonne di pietra sembrano raffigurare gli anelli di un serpente a sonagli.
La struttura rocciosa presenta forme che sembrano raffigurare i simboli caratteristici della divinità di Quetzalcoatl.
"Se fossimo di fronte a un monumento dedicato al dio serpente Quetzalcoatl, avrebbe caratteristiche eccezionali per dimensioni, fattezze, stato di conservazione e simbologia della sua rappresentazione."
Se anche la montagna avesse già avuto caratteristiche naturali da farla assomigliare ad un gigantesco serpente provvisto di testa e di coda, l’intervento che sarebbe servito per accentuarne i lineamenti sarebbe di proporzioni mastodontiche.
Realizzato con una tecnica sconosciuta e dalle caratteristiche uniche nel suo genere, potrebbe essere la testimonianza più incredibile della storia del Messico antico.